Un globo tetro e pelliccioso
“Il gatto. All’inizio era soltanto una macchia scura che si spostava pigra da un punto all’altro dello spazio informe tra le case basse dai tetti di tegole. Andava e veniva, stava fermo, si accucciava sotto l’aria di piombo: un globo tetro e pelliccioso, tutto nero tranne che nelle zampe e nel sottogola che gli splendeva candido come una gorgierina fior di crespo o una chiazza di neve, un’inversa fiamma vaporosa di pelo bianco che gli si dispiegava a bavaglio sul petto.”