Lì era bello perfino buttare la spazzatura. Trascinavo il sacco nero attraverso la via delle palle di NATALE fino alla piazza centrale del villaggio. Lì, dove spuntavano vecchi fienili tramutati in case con gerani dai petali viola sfavillanti al sole intorno a una fontana (a cui talvolta vedevo avvicinarsi qualcuno munito di borraccia) sorgevano una chiesa, un negozio di vini in bottiglie eleganti, e un po’ discoste sulla via che i pullman imboccavano per raggiungere la strada del MALOJA, una PARRUCCHIERA e la BIBLIOTECA DEL VILLAGGIO che allora aveva in esposizione dei libri di fiabe engadinesi. Ne avevo già visti di simili in un negozietto di oggettini a SILS MARIA, non lontano dalla Posta.
Sempre trascinando il sacco nero, che ALESSANDRO chiamerebbe “sacco del pattume” io invece “spazzatura”, mi infilo in una specie di sottoportico che mi fa accedere a una piazzetta ellittica, quasi un piccolo CAMPO. Mi stupiscono le case addossate e con tanto di persiane: sono abituata a vederle singole in questo villaggio, con la facciata simile a una pagina muraria con su scritto qualche proverbio romancio esprimente una filosofia di vita così poco avventurosa, diciamo da vecchio HOBBIT intavernato nella sua CONTEA. Imbocco un lungo viottolo alla fine del quale ripongo il sacco nero nel fondo di un cassonetto, che richiudo con una certa soddisfazione. Non era rosa confetto come a SILS MARIA ma grigio metallizzato, il cassonetto: la BREGAGLIA è meno pronta dell’ENGADINA a convertire il TURPE in LEZIOSO. Faccio, alleggerita, la via del ritorno e mi ritrovo a pensare che il villaggio non è del tutto immune da negozi: so che esiste anche una LATTERIA in cui una volta ho comprato un cartoccio di latte imbevibile e esiste anche un mini emporio che vende di tutto e in cui vado a comprare quel magnifico pane al malto e quei magnifici tranci di torta e fiammiferi e zollette di zucchero con i simboli dei cantoni e in cui una volta una signora in grembiule blu mi chiese se fossi una violinista in tournée e io avrei potuto fare i miei soliti scherzi, dire sì, ma non vi era curiosità malevola nella sua domanda quindi dissi la verità, risposi NO.